sabato 16 giugno 2012

Spazio, tempo e gravità sono realtà "emergenti".

In un recente articolo pubblicato su Scientific American viene commentato un nuovo articolo del teorico delle stringhe Erik Verlinde che ha destato singolari reazioni nella comunità dei fisici. Dal punto di vista matematico la trattazione non va oltre un’algebra da scuola superiore. Dal punto di vista logico e fisico, invece, le cose cambiano.
"I fisici teorici consultati dissero che non riuscivano a seguirlo ; una risposta che sembra un modo gentile per dire che il loro collega era andato fuori di testa. Alcuni blogger furono più espliciti e gli diedero apertamente dello svitato. Ma chi lo conosce sa che non merita l'appellativo: Verlinde è un brillante fisico teorico, e la quantità di discussioni provocate dal suo articolo fa pensare che la maggior parte dei suoi colleghi vi abbia trovato qualcosa di stimolante”.

Chiunque aspiri all’unificazione della fisica si trova di fronte a un problema di fondo. Le teorie che cercano di unificare la teoria quantistica dei campi e la teoria della relatività generale di Einstein poggiano su solide basi e ottime verifiche sperimentali, ma sono incompatibili tra loro. Riconciliarle richiederà l'abbandono di alcune intuizioni profondamente radicate, la prima delle quali è che il mondo esiste nello spazio-tempo. Spazio e tempo non sono enti fondamentali ma "emergenti": l’universo che vediamo esistere nello spazio e nel tempo potrebbe essere soltanto il livello di superficie, sul quale galleggiamo come barchette, mentre i leviatani si agitano nelle profondità.

Intervistato sull’argomento Verlinde afferma : “Partiamo da un esempio: il moto del gas in una stanza. A distanze microscopiche, è la conseguenza degli urti tra le singole molecole di gas. Ma a distanze macroscopiche, è molto più pratico descrivere lo stato termodinamico del gas in funzione della pressione e della temperatura. Queste due quantità non esistono a livello microscopico ma soltanto quando facciamo una media del comportamento delle molecole a grande scala. La gravità funziona allo stesso modo. Un’analogia più precisa è l’osmosi. Separiamo una miscela di due tipi di molecole di gas con una membrana che permette il passaggio di un tipo solo di molecole. Se la concentrazione di quest’ultima molecola è più elevata da una parte della membrana rispetto all’altra, possiamo misurare una forza netta. Si può calcolare questa forza usando metodi statistici. Nel mio articolo, spiego come ottenere la legge della gravità di Newton in un modo molto simile. Nel caso della gravità, la forza è la conseguenza del cambiamento di probabilità, quando due oggetti pesanti vengono spostati l’uno rispetto all’altro e la membrana diventa invece uno schermo olografico. Di solito si pensa alla gravità come a una delle quattro forze fondamentali. Tra i fisici, si crede che per ottenere la descrizione ultima sia necessario unificare la meccanica quantistica con la relatività generale di Einstein. Ma ci sono indicazioni che la gravità non sia fondamentale. La materia e persino lo spazio e il tempo sono composti da mattoncini che obbediscono a delle leggi microscopiche che non contengono la gravità. Questi gradi di libertà e le leggi che li governano sono invisibili per noi, così come non riusciamo a vedere a occhio nudo le singole molecole di gas. La gravità che vediamo è il risultato netto di tutte queste forze, che emerge solo a grandi distanze”.

Nel modello di Verlinde tutta la materia, sia ordinaria sia oscura, consiste di vibrazioni dei gradi di libertà dell'universo sottostante e, perciò, viene creata e distrutta in continuazione L’articolo di Verlinde applica questa linea di ragionamento alle stesse leggi della gravità. Invece di essere una forza fondamentale della natura, come tutti i fisici hanno pensato, a partire da Newton, la gravità potrebbe essere una “forza entropica”, un prodotto di una sorta di dinamica a scala più fine, un po' come la pressione di un gas emerge dal moto collettivo delle molecole. Per spiegare l’anomala dinamica interna osservata nelle galassie e nei sistemi stellari più vasti, gli astronomi pensano che il nostro universo debba essere riempito da una forma invisibile di materia, che supera in abbondanza la materia ordinaria di un fattore cinque. Tuttavia questa materia non è mai stata rivelata direttamente e per essere una cosa tanto predominante la materia oscura ha un effetto sorprendentemente sottile. Di conseguenza, alcuni astronomi e fisici sospettano che la materia oscura potrebbe non esistere affatto. La principale alternativa alla materia oscura è nota come "MOND", Modified Newtonian Dynamics. Verlinde ha reinterpretato la MOND non solo come una revisione delle leggi della fisica, ma come la prova dell'esistenza di un vasto substrato. Ha derivato la formula della MOND assumendo che la materia oscura non sia un nuovo tipo di particella ma la manifestazione delle vibrazioni di alcuni gradi di libertà sottostanti e, precisamente, le vibrazioni prodotte da fluttuazioni termiche casuali. Tali fluttuazioni sono attenuate e diventano intense solo dove l’energia termica media è bassa, come alla periferia delle galassie. Sorprendentemente Verlinde è riuscito a ottenere il rapporto cinque a uno della massa della materia oscura rispetto a quella ordinaria.

Ecco un estratto dell’articolo di Verlinde.
On the Origin of Gravity and the Laws of Newton Erik 
Verlinde Institute for Theoretical Physics University of Amsterdam 

A partire dai principi primi e dalle ipotesi generali della legge gravitazionale di Newton si dimostra che questi sorgono naturalmente e inevitabilmente da una teoria in cui lo spazio emerge da uno scenario olografico. La gravità è spiegata come una forza entropica causata da cambiamenti nelle informazioni associate con le posizioni dei corpi materiali. Una generalizzazione relativistica delle argomentazioni presentate conduce direttamente alle equazioni di Einstein. Quando emerge lo spazio si spiega anche la legge di inerzia di Newton. Il Principio di Equivalenza ci porta a concludere che, in realtà, l’origine di questa legge è entropica. 
In natura, di tutte le forze, la gravità è chiaramente la più universale. Essa influenza ed è influenzata da tutto ciò che porta una energia ed è intimamente connessa con la struttura dello spazio-tempo. La natura universale della gravità è dimostrata anche dal fatto che le sue equazioni di base sono simili alle leggi della termodinamica e dell’ idrodinamica. Finora, non c'è stata una chiara spiegazione per questa somiglianza. La gravità domina a grandi distanze ma è molto debole alle scale piccole. In realtà le sue leggi fondamentali sono state testate solo fino a distanze dell'ordine di un millimetro. La gravità è anche notevolmente più difficile da coniugare con la meccanica quantistica rispetto a tutte le altre forze. La ricerca di unificazione della gravità con le altre forze della natura, a livello microscopico, quindi, puo’ non essere il giusto approccio. Tale approccio, come noto, causa molti problemi e paradossi. La teoria delle stringhe in certa misura ha risolto alcuni di essi, ma non tutti. Molti fisici ritengono che la gravità e la geometria spazio-temporale siano “emergenti”. Anche la teoria delle stringhe e i suoi relativi sviluppi hanno dato diverse indicazioni in tal senso. L'universalità della gravità suggerisce che la sua comparsa sia indipendenti dai dettagli specifici della sottostante teoria microscopica. In questo lavoro si sostiene che la nozione centrale necessaria per ricavare la forza di gravità è l'informazione. Più precisamente è la quantità di informaziona associata alla materia e alla sua posizione. Per la nascita dello spazio si ipotizza uno scenario olografico dove la gravità e l’inerzia sono collegate dal Principio di Equivalenza. A partire da principi primi, usando solo concetti spaziali indipendenti come l'energia, l’entropia e la temperatura, si dimostra che le leggi di Newton appaiono in modo naturale e quasi inevitabilmente. La gravità è spiegata come una forza entropica causata da un cambiamento nella quantità di informazioni associate alle posizioni di corpi materiali. Un ingrediente essenziale è che solo un numero finito di gradi di libertà è associato a un dato volume di spazio, come dettato dal principio olografico. L'energia, che è equivalente alla materia, viene distribuita uniformemente secondo i gradi di libertà e porta così a una temperatura. Si dimostra che il prodotto della temperatura e della variazione di entropia dovuta allo spostamento della materia è uguale al lavoro svolto dalla forza gravitazionale. In questo modo la Legge di Newton emerge in modo sorprendentemente semplice. Una forza entropica è una forza efficace macroscopica che ha origine in un sistema con molti gradi di libertà per la tendenza statistica del sistema ad aumentare la sua entropia. La forza è espressa in termini di differenze entropia ed è indipendente dai particolari delle dinamiche microscopiche. In particolare, non c'è un campo fondamentale associato a una forza entropica. Forze entropiche si sviluppano, per esempio, in sistemi macroscopici come quelli biofisici colloidali. Grandi molecole colloidali sospese in un ambiente termico di particelle più piccole dove, a causa degli effetti di volume escluso, si generano forze entropiche che guidano, ad esempio, il fenomeno dell’osmosi. Forse l'esempio più noto di forze entropiche è l'elasticità di una molecola di polimero. Una molecola di polimero singolo può essere modellato unendo insieme molti monomeri di lunghezza fissa in modo che ogni monomero possa ruotare liberamente attorno ai punti di attacco e disporsi secondo qualsiasi direzione dello spazio. Ciascuna di queste configurazioni ha la stessa energia. Quando la molecola di polimero viene immersa in un bagno di calore si dispone secondo configurazioni spaziali casuali a spirale poiché queste sono entropicamente favorite. Di queste configurazioni ce ne sono molte di piu’ quando la molecola è corta rispetto a quando si è allungata. La tendenza statistica a tornare in uno stato di massima entropia si traduce in una forza macroscopica che, in questo caso, è la forza elastica. Usando delle pinzette si possono tirare i punti estremi del polimero da un lato con una forza esterna F che deve essere uguale alla forza entropica che tenta di ripristinare il polimero alla sua posizione di equilibrio. Una forza entropica si riconosce da un lato dal fatto che punta nella direzione di aumento dell'entropia, e dall'altro che è proporzionale alla temperatura. Per il polimero si dimostra che tale forza obbedisce alla legge di Hooke. Questo esempio rende chiaro che a livello macroscopico una forza entropica può essere conservativa almeno quando la temperatura è mantenuta costante. Il corrispondente potenziale non ha alcun significato microscopico e, tuttavia, “emerge”. Lo spazio è in primo luogo un dispositivo introdotto per descrivere le posizioni e i movimenti di particelle. Lo spazio è, quindi, letteralmente solo uno spazio di archiviazione per informazioni. Questa informazione è, naturalmente, associata alla materia. Dato che per ogni volume di spazio il numero massimo di informazioni consentite è finito è impossibile localizzare una particella con precisione infinita in un punto di uno spazio continuo. In effetti i punti e le coordinate nascono come concetti derivati. Si potrebbe ipotizzare che le informazioni sono memorizzate in punti di uno spazio discretizzato (come in un modello reticolare). Ma se tutte le informazioni associate esistessero senza duplicazioni, non si otterrebbe una descrizione olografica. In realtà, non esisterebbe la gravità. Così presumiamo che le informazioni siano memorizzate su superfici o schermi. Schermi separano le particelle e, quindi, sono il luogo naturale per memorizzare le informazioni sulle particelle che si muovono da uno all’altro. Quindi immaginiamo che queste informazioni sulla localizzazione delle particelle siano memorizzati in bit discreti sugli schermi. Le dinamiche su ogni schermo scaturiscono da regole sconosciute che possono essere pensate come un modo di elaborare le informazioni memorizzate su di esso. Non si tratta, quindi, una teoria di campo o, comunque, a noi familiare. La gravità fornisce molti indizi sul suo essere un fenomeno emergente, ma fino ad oggi essa è ancora considerata una forza fondamentale. Le analogie con altri noti fenomeni emergenti come la termodinamica e l’idrodinamica sono state per lo più considerate solo suggestive somiglianze. E' tempo di parlare non solo di analogie e somiglianze e, finalmente, farla finita con la gravità come forza fondamentale. La descrizione geometrica della gravità di Einstein è bellissima e in un certo modo convincente. La geometria si appella alla parte visiva della nostra mente ed è sorprendentemente potente nel riassumere molti aspetti di un problema fisico. Presumibilmente questo spiega perché noi, come comunità, siamo stati così riluttanti a rinunciare alla formulazione geometrica della gravità come fondamentale. Ma è inevitabile che se la gravità è emergente, cosi’ lo è anche la geometria dello spazio tempo. Einstein aveva legato questi due concetti insieme, ma entrambi devono essere abbandonati se vogliamo comprendere l’uno o l'altro a un livello più profondo. I risultati di questo studio suggeriscono che la gravità si manifesta come una forza entropica una volta che sono emersi lo spazio e il tempo. Se gravità, spazio e tempo possono essere intesi come fenomeni emergenti, questo avrebbe grandi implicazioni per molte aree in cui la gravità gioca un ruolo centrale. Sarebbe particolarmente interessante indagare le conseguenze per la cosmologia. Ad esempio il modo in cui i redshift derivano dai gradienti di entropia potrebbe portare a scoprire nuove realtà. 
 Il motivo per cui la gravità deve portar traccia delle energie cosi’ come delle differenze di entropia è ormai chiaro. Deve, perché questo è ciò che provoca il movimento!
 Gli argomenti presentati sono certamente di natura piuttosto euristica. Non poteva essere diversamente in considerazione del fatto che stiamo entrando in un territorio sconosciuto dove non esiste uno spazio da cui cominciare. E’ la natura profonda di queste domande che, a nostro avviso, giustifica il carattere euristico del ragionamento.

La teoria di Verlinde è un ottimo esempio di come, per quanto difficile da “digerire”, solo rinunciando a considerare la gravità come effetto della curvatura dello spazio – tempo si possano approcciare in maniera logicamente consistente le evidenze osservative dell’astronomia moderna. Come lo spin network della Loop Quantum Gravity di Carlo Rovelli e Lee Smolin, lo “spazio delle fasi” di Verlinde è quel “substrato” necessario a originare e trasmettere la forza di gravità che, piu’ che una forza, è una manifestazione di questa entità fisica sottostante che nella MT presentata in questo blog è una sorta di “etere” non quantizzato costituito da onde stazionarie di natura elettromagnetica la cui dinamica scaturisce da rotture di simmetria interne.

Sconvolgente ? Non per chi come Marius, l’ideatore della MT, non ha fatto dello spazio tempo di Einstein un intangibile totem ideologico.


Stefano Gusman.

23 commenti:

  1. Marius,
    ce l'avevi già nel cassetto!
    Bellissima e interessantissima l'integrazione.
    Non capisco la resistenza della comunità scientifica: a me sembra, prescindendo dalla matematica sottostante che non conosco, una logica estensione delle teorie delle stringhe e della M.Teoria (dopo Lisa Randall ho appena finito di leggere "Universo elegante" di Brian Green)
    Ciao e grazie per la velocità

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  2. Signor Gusman salve.
    Le idee del signor Verlinde secondo me non sono poi così osteggiate o forse lo sono da parte di una comunità di scienziati che hanno più facile accesso ai media... In questo preprint http://arxiv.org/pdf/1204.6349.pdf
    si parla quasi degli stessi argomenti: entropia , gravitazione , entanglement... ma i riferimenti bibliografici arrivano agli anni settanta !!
    Nell' articolo è coinvolto l' entanglement in qualche modo, ma non ho finito di tradurlo.
    Un saluto a tutti e complimenti sempre.

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  3. unificazione gravita'/elettromagnetismo
    di Leonardo rubino.

    a pagina 25

    http://www.fisicamente.net/SCI_SOC/SCIENZA_UFFICIALE.pdf

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  4. Ciao Marius,
    sei l'unica persona di vedute abbastanza aperte che conosca e a cui poter segnalare questo articolo http://ulisse.sissa.it/scienza7/notizia/2012/lug/Uesp120706n009/ e chiedere cosa ne pensi.

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  5. Ciao Gaetano.
    Ti ringrazio per il credito di "elasticita' mentale" :-). Ulisse è un ottimo divulgatore scientifico e, quindi, le fonti e i contenuti dell'articolo sono degni di attenzione. Personalmente, lo sai, non credo molto alle altre dimensioni spaziali oltre le normali tre da noi percepite e nemmeno alla dimensione tempo che per me non è nemmeno una dimensione...Dell'oscillazione, poi, avevo sentito parlare solo a proposito dei neutrini, in termini di loro capacità di cambiare, per cosi' dire, "in corsa" alcune loro proprietà (che poi era lo studio per cui era nato il famigerato esperimento "Opera". Certo che per come hanno posto la questione mi pare varrebbe la pena approfondire....Intanto lasciamo "decantare" un po' l'entusiasmo mediatico sull'Higgs che riserverà delle belle "sorprese".

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  6. Caro Marius,
    non mi dire che sei anche tu scettico come me sul nuovo bosone come si casce da "sorprese".
    La cosa più strana che ho letto, non dappertutto per fortuna, che l'hanno trovato dove lo cercavano (come massa) quando in realtà l'interrogativo più grande era proprio sulla massa... sicuramente ricordi le varie conferenze in cui progressivamente si è ristretto il campo di massa in cui cercarlo. Quindi l'hanno trovato dove hanno detto che si trovava nell'ultimo incontro con la stampa :-)

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  7. Gaetano, intanto sul bosone di Higgs da 125 GeV ti consiglio quest'ottimo articolo
    http://dropseaofulaula.blogspot.it/2012/07/scoperta-di-un-bosone.html

    Io le mie ipotesi su cosa stanno realmente osservando e osserveranno meglio quando aumenteranno i "giri" (l'energia) a LHC le ho fatte
    http://marius-gravity.blogspot.it/2011/12/il-quasi-bosone.html
    e poiche' frequenti un certo blog http://www.borborigmi.org/(utile perche'è amministrato da un "insider" all'esperimento ATLAS e, quindi, fornisce dati "masticati" per non addetti ai lavori) sai che tipo di reazioni ha quando solo ci si discosta un poco (a proposito di elesticità mentale :-) dall'ortodossia mainstream e si introduce, per esempio, il concetto di "solitone" quale stato di eccitazione di un campo cui tale particella "vestita", ovvero delocalizzata in onda di materia, appartitene (come da ipotesi di Louise De Broglie).
    Adesso, comunque, viene il bello, perchè si dovranno spiegare un bel po' di cose sul funzionamento del meccanismo di Higgs, a partire dal congresso ICHEP che, grazie al nostro "amico", potremo seguire comodamente anche da questi schermi :-)
    Ciao

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  8. Marius,
    solo una piccola cattiveria, stamattina ho da fare... il nostro ci sarà rimasto male, non mi pare di averlo visto nelle foto di gruppo
    Ciao

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  9. Cattiveria per cattiveria è il destino di chi applica a se stesso questa filosofia
    http://marius-gravity.blogspot.it/2011/09/zitto-e-calcola.html

    ps Una foto, comunque, se l'è fatta...Con l'autoscatto :-)

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  10. E come volevasi dimostrare...Si comincia a "ballare" :-)

    http://blog.focus.it/quantum-beat/2012/07/11/lhiggs-e-come-lo-si-racconta/

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  11. Signor Gusman, come sta?
    Volevo far presente che dopo aver tradotto il testo di cui parlo nel precedente post, ho potuto capire che secondo Ted Jacobson ,del dipartimento di fisica della Università del Mariland; ebbene questo cattedratico esprime concetti e teorie vicine ad filone classico della fisica "attuale" di stampo però classico. Insomma formule e approcci matematici accessibili dallo studio di fenomeni estremi : buchi neri, vuoto quantistico, entanglement entropico.
    Nel testo , davvero "intenso" , è comparsa qua e là "elle al quadrato" l^2, ed è stata davvero una sorpresa!!
    Io mi sentivo un pò Don Chisciotte a sventolare che l^2 fosse un importante elemento della fisica.
    Ebbene sembra che in qualche modo non sono da solo.
    Sembra inoltre che la gravitazione sia legata alle proprietà "entanglement" del vuoto quantico e questa è stata una ulteriore sorpresa... Se ricorda nel precente blog ho "intuito" che l' entanglement quantistico dovesse essere sottostante il principio di equivalenza dei sistemi inerziali. ( r = k = 0). Direi che il Signor Jacobson sia alla caccia di una spiegazione matematica di argomenti vicini a questo.
    I lavori del Signor Jacobson sono direi attuali e condivisi, perché citati da Lee Smolin nel suo ultimo lavoro, anche se quelli del 1995.

    http://arxiv.org/pdf/1205.5529.pdf
    E' davvero una soddisfazione dedicarmi alla fisica teorica da hobbista e controllare
    i progressi di nomi famosi "quasi dal finestrino" dei miei modesti mezzi.
    Sono in attesa di altri articoli !
    Grazie e a presto.

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    1. Ciao Giacomo (mi permetto di darti del tu e spero che tu voglia fare altrettanto :-).
      Sto particolarmente bene anche perche' sono ancora in vacanza :-)
      Empatizzo con te ll piacere dello "stare alla finestra" come in un Sabato del Villaggio, in attesa che i risultati degli esperimenti in corso al CERN avvalorino o smontino la MT aprendo, in entrambi i casi, nuovi ed entusiasmanti orizzonti ai nostri sguardi "indiscreti" verso la Conoscenza.
      Un saluto e a presto.

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  12. Va bene , allora Marius una domanda:
    quale possibilità o quale nesso si può intravedere tra il meccanismo di Higgs e le trasformazioni o azioni che sono alla base dell' entanglement quantistico?
    O meglio il meccanismo di Higgs e l' entanglement possono essere lo stesso fenomeno?
    Ancora saluti.

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  13. Io la vedo cosi'.
    L'entanglement è una manifestazione fisica della materia che costituisce il campo che genera il meccanismo di Higgs.
    Per alcuni fisici teorici il campo è solo un ente matematico che descrive un fenomeno fisico, ma NON E' il fenomeno fisico ne tanto meno la sottostante realtà. Nello spiegare, pero', il fenomeno della generazione della massa inerziale delle particelle elementari (tra cui lo stesso bosone di Higgs) sono costretti a ricorrere a "metafore" o analogie tipo "melassa cosmica" o "zuppa" (in questo caso il quark - gluon plasma) o ("orrore") etere perche', diversamente, tutto il discorso apparirebbe alquanto "surreale".
    Tornando, allora, all'entanglement, ritengo che questo sia, appunto, strettamente correlato alle proprieta' di questa "matrice" fatta di massa/energia i cui "tempi di reazione" ci appaiono istantanei perchè, (come mi pare hai concluso anche tu), la quarta dimensione del quadrivettore di Einstein è, sostanzialmente, ancora uno spazio e, dico io, determina solo l'ordine della successione delle trasformazioni che avvengono nelle tre dimensioni spaziali da noi percepite.

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  14. Dalla risposta direi che ho avuto una buona intuizione ... cercherò di non guastarla :-)
    Davvero utile ai piei modesti mezzi.

    Grazie Marius.

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  15. Ciao Marius,
    ho trovato un articolo interessante: http://gaianews.it/scienza-e-tecnologia/spazio/scoperto-il-suono-della-morte-dei-buchi-neri-26700.html
    Basta guardare i nomi impossibili dei ricercatori:-)

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  16. Ciao Gaetano.
    Bene, non si finisce mai di imparare...Anche i buchi neri possono morire :-)

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  17. L' etere buttato fuori dalla porta della fisica ora rientra dalla finestra. Ma il c.d. "lattice di Higgs" di cui si straparlava solo qualche anno fà ora si chiama entanglement? O sono "zuppe" diverse?

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  18. No è la stessa "zuppa", solo che non se ne verra' a capo finchè non ci si deciderà a dare una nuova descrizione topologica alle cosiddette particelle elementari, come il bosone di Higgs. Queste sono, in realtà, delocalizzate in onde di materia e sono stati di eccitazione dei campi (o meglio, del campo) di materia energia cui appartengono che è infinitamente esteso e stazionario e costituisce una sorta di etere "statico" che è anche il sistema di riferimento assoluto per il tempo ; per intenderci il sistema di riferimento rispetto al quale due orologi in moto relativo mantengono la desincronizzazione relativistica anche quando i sistemi di riferimento cui sono solidali hanno velocità relativa 0 (esperimento Hafele - Keating).

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  19. la materia il tempo e la gravità fanno parte della medesima meccanica, le particelle elementari sono solo un invenzione che serve a giustificare gli effetti rilevabili dall'azione di tale meccanismo.
    l'effetto riconducibile al bosone è dovuto ad un elettrone che si sposta nello spazio-tempo ad una velocità superiore rispetto a lo scorrere del nostro tempo apparente, per verificare questo basterebbe confrontare le traiettorie rilevate dal cern durante la collisione del cosiddetto bosone con le traiettorie scaturite da una collisione con un elettrone (a parità di velocità e forze applicate).
    per chi volesse approfondire:
    http://www.claudiopace.it/wp-content/uploads/2013/08/STRUTTURA-DEL-TEMPO-_1_.pdf
    si tratta sempre di una teoria, definita in modo poco scientifico, ma che riesce a spiegare e sopratutto a legare la materia alla gravità ed al tempo inequivocabilente.

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  20. Per legare la materia alla gravità occorre che entri in gioco il neutrino, anzi nella materia l'antineutrino, che essendo antimateria è come se fosse in equilibrio con il resto. Noi crediamo alle masse che si attraggono con una forza gravitazionale invece sarebbe il modo equivalente, un'interazione tra antineutrini. Quindi, fermo restando la nozione geometrica di curvatura, il legame tra materia esisterebbe (simile al meccanismo dell'elettromagnetismo) con l'Higgs che potrebbe avere spin 2, anzichè 0

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  21. Il mio modello di unificazione, che è stato pubblicato su academia.edu 3 settimane fa, https://www.academia.edu/27852699/Gravitational_Waves_Great_Discovery_or_Blunder_The_I.S.S._Inertial_Simultaneous_Synchronization_as_Machs_Unification_of_Gravity_Electromagnetism_and_Quantum_Machanics._The_Mathematical_Universe_as_a_Dirac_Delta_Function_Distribution_Addendum_

    supera il problema dell'unificazione tra meccanica quantistica e relatività generale, perché quest'ultima è SBAGLIATA (il principio di equivalenza "forte" a= g è semplicemente assurdo), così come lo è il "dogma" della RS della velocità della luce come costante assoluta.
    Quindi il mio modello, che è in perfetto accordo con quello dell'universo inflazionistico di Alan Guth, si basa sul principio fondamentale dell'inerzia universale di Ernst Mach (che rifiutò nel 1913 il relativismo di Einstein), ed è in grado di unificare gravità, campi elettromagnetici, e meccanica quantistica (come dimostrato sperimentalmente dall'entanglement quantistico). Ma per farlo occorre buttare a mare i dogmi errati del relativismo: tempo "relativo" e dipendente dall'osservatore e dai sistemi inerziali, "curvatura" dello "spazio-tempo", velocità della luce come limite assoluto (smentito dalla meccanica quantistica e dall'entanglement). Anche il concetto di Poincarè-Minkowski-Lorenz dello "spazio-tempo" non ha senso, si veda il mio ultimo studio https://www.academia.edu/28365481/Why_Space-Time_Continuum_is_the_Worst_Mistake_in_Modern_Physics
    il tempo non è la "4a dimensione", il tempo è la sovrapposizione quantistica di stati spaziali, è assurdo creare un "quadrivettore spazio-tempo" perché il tempo non è una quantità fisica manipolabile (come spazio, temperatura, massa, densità, luminosità, pressione, forza, ecc.), quindi non si può "fondere" né sommare allo spazio (oltre tutto il tempo non è nemmeno un vettore, ma uno scalare!).
    Insomma, mentre la meccanica quantistica è vera (come la fisica classica/newtoniana) il relativismo (a parte il principio di equivalenza energia/massa E= mc^2 che è valido) va abbandonato.
    Ma bisogna avere il coraggio di dirlo, come fecero Tesla, Dingle, Beckmann, Kelly, Marmet, Van Flandern, ecc. ecc. (gli antirelativisti sono migliaia!).

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