Il titolo sintetizza le conclusioni della teoria esposta in questo blog.
Come vedremo tali considerazioni potrebbero scaturire anche da una semplice analisi di fenomeni fisici noti, caratteristici della Meccanica Quantistica.
L’esperimento della “doppia fenditura"per esempio, mostra come un’onda elettromagnetica che la sorpassa possa determinare su una lastra fotografica una figura di interferenza (comportamento ondulatorio) o la semplice proiezione delle fenditure (comportamento particellare).
Ma il fotone, alla fine, cos’è veramente, un’onda o un corpuscolo? Se non fosse corpuscolo, non si spiegherebbero fenomeni come l’effetto fotoelettrico; se non fosse onda, non si spiegherebbero effetti come tutta l’ottica geometrica, interferenze e diffrazioni. La risposta a questa domanda fondamentale è un principio della Meccanica Quantistica : le particelle sono anche onde.
Matematicamente è l’ Equazione di Schroedinger a descrivere il fenomeno. Le sue derivate parziali del secondo ordine la fanno somigliare tantissimo alle normali equazioni dei sistemi ondulatori continui.
Quando, pero', si impongono dei “vincoli” come perturbazioni o buche di potenziale (che di fatto significa che la particella/onda sta subendo l’influenza di un rilevatore/osservatore), l’andamento della funzione d’onda cambia e questa “collassa” in una soluzione o “autostato”, rivelando l’aspetto quantistico, non più continuo, della particella. Non solo i fotoni : anche gli elettroni e tutte le altre particelle come protoni, neutroni e, a dirla tutta, anche noi stessi e i corpi macroscopici hanno una funzione d’onda associata, solo che tanto più il corpo è grande, tanto meno l’aspetto ondulatorio è importante. Così, capita che una particella elementare può, grazie al suo aspetto ondulatorio e alle piccole dimensioni, uscire da una buca di potenziale per "effetto tunnel" , mentre noi, più grossi, abbiamo molte meno probabilità di attraversare un monte grazie allo stesso effetto. Ma attenzione, “meno probabilità”, non zero probabilità ! E’ anche questo il senso che sottende il principio di indeterminazione di Heisenberg. Il non poter separare perfettamente posizione e impulso d’una particella dovrebbe significare che non è possibile separare del tutto uno dei due aspetti, onda e corpuscolo, dall’altro.
Nella teoria gravitazionale di Marius le particelle elementari del “Modello Standard”, come lo stesso spazio fisico, sono costituiti da onde caratterizzate da diverse frequenze e ampiezze di oscillazione. Non esistono, quindi, definiti limiti di separazione tra particelle, ma solo “assetti” stabili della materia che la fisica teorica descrive con modelli discreti.
Stefano Gusman
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